Giochi, app e suonerie: basta un semplice clic e puo’ capitare di ritrovarsi abbonati involontariamente ad un servizio premium che prosciuga il credito telefonico. Un mercato che ha totalizzato profitti anche pari a 800 milioni di euro. Per questo, l’Antitrust, a seguito alle denunce presentate dal Codacons, ha sanzionato con un milione e 733 mila euro Vodafone, Tim, H3G e Wind per pratica commerciale scorretta. Secondo l’Autorità, nessuno degli operatori ha adottato misure sufficienti a tutelare l’utenza dall’attivazione involontaria dei servizi premium. Nonostante la multa, però, non è cambiato nulla, e il Codacons denuncia questa pratica commerciale scorretta con una nuova comunicazione ufficiale pubblicata il 17 novembre.
Con provvedimento del 13 gennaio 2015, notificato in data 21 gennaio 2015, l’Autorità ha deliberato la scorrettezza della pratica commerciale posta in essere dagli operatori consistente nella fornitura agli utenti di telefonia mobile di Vodafone di servizi a pagamento (servizi premium) non richiesti e/o richiesti inconsapevolmente e nell’addebito dei relativi importi sul credito telefonico dei consumatori, realizzata mediante l’adozione di omissioni informative ingannevoli e di condotte aggressive. Con tale provvedimento di Gennaio, Agcom aveva sanzionato con una multa da 1,75 milioni di euro gli operatori telefonici Telecom Italia e H3G e con una multa da 800mila euro li operatori telefonici Wind e Vodafone, per aver adottato pratiche commerciali scorrette attivando dei servizi premium – giochi, musica, contenuti erotici- sui cellulari di alcuni loro utenti senza avere il loro permesso.
Con nuovi provvedimenti datati 14 ottobre 2015, tutti i principali operatori di telefonia mobile italiani – Telecom, Wind, Vodafone e H3G – sono stati multati per un totale di un milione e 733mila euro decisa dall’Antitrust per non aver ottemperato quanto stabilito in precedenza dall’Autorità Garante della Concorrenza cicra l’acquisto consapevole dei servizi telefonici Premium attraverso la navigazione Internet con telefoni cellulari.
Andiamo con ordine, e riepiloghiamo le colpe degli operatori.
Le colpe degli operatori. Nel corso del 2014, l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha ricevuto molte segnalazioni con le quali associazioni di consumatori e utenti di telefonia mobile denunciavano la fornitura non richiesta, e il relativo addebito da parte del proprio operatore sul credito telefonico della sim, di servizi a sovrapprezzo accessibili durante la navigazione in mobilità mediante banner.
L’Autorità ha accertato che i quattro operatori – Telecom Italia, H3G, Wind e Vodafone – hanno attuato una pratica commerciale scorretta in due condotte: omettendo informazioni circa il fatto che il contratto di telefonia mobile sottoscritto pre-abilita la sim alla ricezione dei servizi a sovrapprezzo, nonché l’esistenza del blocco selettivo per impedire l’attivazione dei servizi premium richiedibile dall’utente. Nei confronti di H3G e Tim, inoltre, l’Agcom ha stabilito che i suddetti operatori telefonici hanno diffuso "messaggi che omettono informazioni rilevanti o che determinano l’accesso e l’attivazione del servizio a sovrapprezzo senza un’espressa manifestazione di volontà da parte dell’utente".
Secondo l’Agcom, gli operatori traggono uno specifico vantaggio economico dalla commercializzazione dei servizi premium, in quanto "condividono con i fornitori i ricavi dei servizi erogati, trattenendone un’elevata percentuale". Ai sensi del Codice del Consumo, l’Agcm ha giudicato questa pratica "contraria alla diligenza professionale e idonea a falsare in misura apprezzabile il comportamento economico del consumatore".
Il provvedimento di Gennaio 2015. L’Agcom ha multato con una multa da 1,75 milioni di euro gli operatori telefonici Telecom Italia e H3G e con una multa da 800mila euro li operatori telefonici Wind e Vodafone per aver adottato pratiche commerciali scorrette attivando dei servizi premium. Oltre ad aver multato gli operatori, ha vietato loro la diffusione o continuazione delle attivazioni dei servizi premium non richiesti dagli utenti stabilendo che "comunichino entro 60 giorni le iniziative assunte per ottemperare alla diffida".
Il provvedimento di Ottobre 2015. Per l’Autorità, gli operatori hanno continuato di omettere di informare i consumatori – sia in fase di primo contatto che all’atto della sottoscrizione del contratto presso i rivenditori – circa il fatto che il contratto di telefonia mobile sottoscritto operabilità la sim alla ricezione di servizi a sovrapprezzo, nonché circa l’esistenza di un blocco selettivo dei servizi premium nonché ancora circa la necessità per l’utente, che volesse giovarsene, di dover effettuare una richiesta esplicita di adesione alla procedura di blocco. Tali omissioni privano il consumatore della possibilità di scegliere con piena consapevolezza se aderire all’offerta di telefonia comprensiva dell’accesso ai servizi premium forniti da terzi e addebitati automaticamente sul proprio credito telefonico, ovvero se esercitare, al momento della conclusione del contratto, l’opzione che gli viene riconosciuta circa l’adesione al blocco selettivo e la conseguente disabilitazione dei predetti servizi.
Per l’Autorità garante della Concorrenza e del Mercato, in seguito alle precedenti delibere, gli operatori non hanno implementato un sistema idoneo per garantire l’acquisto consapevole dei servizi. A tal fine, è stato ritenuto insufficiente digitare il tasto di attivazione una sola volta. Per l’Antitrust, infatti, i quattro operatori avrebbero potuto (e dovuto) attuare misure idonee a contrastare il fenomeno delle attivazioni non richieste mediante un unico click per l’acquisto del servizio. Ciò, a maggior ragione, perché si tratta di un mercato che richiede un elevato livello di tutela degli utenti.
Per l’Autorità tre dei quattro operatori non hanno ottemperato quanto stabilito in precedenza (Telecom, Wind e Vodafone) mentre H3G ha provveduto dal 1 ottobre 2015 a implementare un modello di acquisizione del consenso del consumatore basato su una doppia digitazione, all’interno di una landing page posta sotto il controllo diretto dell’operatore, volta a prevenire il fenomeno delle attivazioni di servizi premium non richieste.
Ecco a quanto ammontano le multe per i rispettivi operatori:
– Telecom dovrà pagare multa da 583mila euro,
– Wind dovrà pagare multa da 350mila,
– Vodafone dovrà pagare multa da 400mila,
– H3G dovrà pagare multa da 400mila.
Gli operatori telefonici hanno predisposto differenti modalità di richiesta di rimborso che, come sottolinea il Codacons in un servizio disponibile nel player sotto, presentano vincoli che di fatto impediscono che la richiesta stessa vada a buon fine. Soltanto H3G, a partire dal 1 ottobre, ha implementato l’acquisizione del consenso con il “doppio clic”, e provvedimenti simili dovrebbero arrivare da parte della concorrenza entro fine Novembre. Vodafone ha attivato il rimborso delle attivazioni involontarie su richiesta dei clienti. Se questi sistemi non dovessero risultare efficaci, l’Antitrust ha annunciato che potrebbe sospendere l’erogazione di questi servizi; nel frattempo, l’associazione invita gli utenti a segnalare gli addebiti per servizi premium non richiesti cliccando sul sito www.codacons.it.
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