Riportiamo il caso di un manager CEO di una importante azienda finito nella trappola dello spoofing, raggirato per inviare un bonifico del valore di quasi un milione di euro.
In questi giorni si parla spesso di spoofing, probabilmente sarà la ‘parola del mese‘. Il fatto che questo stia diventando un termine sempre più utilizzato non è però un segno positivo, dal momento che viene associato a truffe. Il fatto che tale termine si fa sempre più popolare potrebbe significare che sempre più persone stanno sentendo o leggendo la parola ‘spoofing’ e cercano quindi modi e consigli per proteggersi dal diventarne vittime. Perché chiunque potrebbe finire vittima di spoofing, anche persone che ricoprono ruoli importanti in un’azienda. Proprio come è stato il caso di Jaime Ondarza, CEO di Fremantle per l’Europa del Sud.
Come riportato da Il Messaggero e Repubblica, infatti, l’amministratore delegato per la Southern Europe dell’azienda avrebbe effettuato un bonifico d’importo di quasi un milione di euro credendo che la richiesta provenisse da una rappresentante dell’azienda per cui lavora, e invece no: non si sa dove sia finito il denaro. Ma come può essere accaduto tutto ciò?
Anche i manager CEO possono cadere vittime dello spoofing: di cosa si tratta?
Per provare a capire cosa sia successo al CEO di Fremantle, e che potrebbe capitare a chiunque, bisogna prima capire che cosa è lo spoofing. In breve, è quando un malintenzionato prova a raggirare un’altra persona spacciandosi per qualcuno che non è. I raggiri che si basano su questa tecnica solitamente avvengono per mezzo e-mail ma, sempre più spesso, avvengono tramite messaggi via telefono. E’ proprio quello che è accaduto a Jaime Ondarza.
Da quanto appreso, il manager ha inviato un bonifico del valore di poco meno di 940mila euro seguendo le informazioni ricevute tramite un messaggio via WhatsApp da un contatto che presumeva essere una rappresentante della Fremantle. Solo dopo avere effettuato il bonifico, chiedendo ai suoi colleghi, è giunto alla conclusione che ad avere richiesto quel bonifico non era stato nessuno dell’azienda ma qualcuno che si è spacciato per. Il manager ha quindi provveduto a denunciare l’accaduto alla polizia, che ora sta indagando per provare a risalire a chi c’è dietro al raggiro e, soprattutto, per provare a rintracciare i soldi che non si sa sul conto di chi siano finiti. Le speranze di recuperare la cifra sottratta, tuttavia, sono poche, trattandosi di una truffa finanziaria.
Il caso che ha coinvolto il CEO di Fremantle
A questo punto, la cosa che chiunque potrebbe banalmente pensare è come ha fatto un manager di una grande azienda a farsi fregare quasi un milione di euro? In sua difesa, è bene precisare che chiunque può cadere vittima di una truffa, specie se si tratta di spoofing dal momento che in tal caso il mittente si spaccia per chi non è. Nel caso che ha coinvolto Ondarza, il CEO di Fremantle pensava di effettuare il bonifico per completare l’acquisizione di un’azienda. Qualcosa di ordinario per un’azienda come la sua, che si occupa di ideare, produrre e distribuire film, serie e format per la televisione. Fremantle, di proprietà di RTL Group, è per esempio dietro a produzioni come The X Factor, Got Talent e Un Posto al Sole.
Ad ogni modo, il manager si sarebbe fidato delle informazioni ricevute via WhatsApp da un contatto non presente nella sua rubrica del suo telefono ma presunto sicuro perché come immagine del profilo presentava una foto di una rappresentante dell’azienda per cui lavora e di sua conoscenza. Inoltre, secondo la ricostruzione dei fatti, il messaggio in questione non conteneva gli estremi per effettuare il bonifico ma l’informazione che questi li avrebbe ricevuti da lì a poco nel corso di una chiamata con l’avvocato che si stava occupando dell’acquisizione. Il manager si è fidato, inviando il denaro richiesto all’IBAN comunicato. Poco dopo, parlando con i suoi colleghi, ha capito di essere stato truffato, scoprendo che l’intera azienda da alcuni giorni era vittima di tentativi di truffe simili.
Considerazioni finali
Tutto questo per dire che non importa quanto sia importante il ruolo che si ricopre, chiunque può cadere vittima di una truffa. L’esempio di quanto accaduto a questo manager di una grossa azienda, poi, fa pensare a quanto sempre più ben orchestrate le truffe stanno diventando. A maggior ragione bisogna porre la massima attenzione ai messaggi che si ricevono sul telefono, in particolare da numeri non presenti in rubrica, soprattutto se riguardano soldi o informazioni sensibili.
Anche l’avvocato Massimiliano Dona dell’Unione Nazionale Consumatori è intervenuto per commentare proprio questo caso che ha visto coinvolto il CEO Ondarza, arrivando a soprannominare questo tipo di truffa: ‘la truffa del CEO‘ o ‘Manager in The Middle‘.
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