E’ provato che i bambini più piccoli, ancora prima di saper camminare, guardano uno schermo. Troppo spesso i media digitali vengono utilizzati dai genitori come baby-sitter. Dal momento che sono ancora tanti i dubbi circa le possibili conseguenze derivanti da una eccessiva esposizione ai media digitali nella prima infanzia è meglio, nel dubbio, limitare quanto più possibile l’esposizione dei bambini piccoli agli schermi.
Inutile stupirsi se gli adolescenti diventano dipendenti dallo smartphone se fin dalla nascita il loro cervello viene fatto appassionare “allo schermo”, anche solo per fargli guardare i cartoni animati per non farlo piangere. Nel primo anno di età i bambini guardano uno schermo un’ora al giorno in media, tempo che arriva a più di due ore all’età di due anni. E’ quanto emerso dai risultati dello studio pubblicato nel 2019 da JAMA Pediatrics (via Focus) per analizzare il tempo che i bambini trascorrono di fronte ad uno schermo nei primissimi anni della loro vita.
I risultati non sorprendono, dal momento che tanti genitori – fortunatamente non tutti – utilizzano lo schermo di un televisore, di un tablet o di uno smartphone per ‘intrattenere’ i loro bambini per tenerli buoni. E loro, incoscienti di ciò che vedono, immortalano il loro sguardo sulle immagini che vedono muoversi di fronte ai loro occhi, con il rischio di sviluppare una successiva elaborazione sensoriale atipica.
Il rapporto tra bambini e media digitali
Lo studio pubblicato su Jama Pediatrics (jamanetwork.com/journals/jamapediatrics/article-abstract/2755656) ha visto coinvolti 3.895 tra bambini e bambini, precisamente 2.031 maschi (pari al 52,1% del campione) e 1.864 femmine (pari al 47,9% del campione), di età compresa tra 1 e 3 anni. Ai genitori di questi bambini è stato chiesto di rispondere a delle domande stimando il tempo che i loro figli trascorrevano di fronte ad uno schermo a 12, 18, 24, 30 e 36 mesi di età. E’ merso come il tempo medio giornaliero trascorso davanti allo schermo passi da poco meno di un’ora (53 minuti e 45 secondi per la precisione) a 12 mesi di età (equivalente al primo anno di età) al oltre due ore (150 minuti e 65 secondi, per la precisione) a 36 mesi di età (equivalente ai primi tre anni di età).
Come parte dello studio, inoltre, i genitori sono stati invitati a partecipare ad un sondaggio di follow-up (condotto qualche anno più tardi) per stabilire se, raggiunta l’età di 7-8 anni, i bambini avevano aumentato o diminuito il tempo trascorso davanti ad uno schermo. E’ emerso come l’esposizione allo schermo sia diminuita a circa 76 minuti all’età di 7 anni. I ricercatori attribuiscono questo dato calante al fatto che i bambini all’età di 7-8 anni sono solitamente più impegnati, in quanto convolti in attività sportive ed extra-scolastiche, avendo così meno tempo libero da poter trascorrere davanti ad uno schermo.
Lo studio ha anche preso in considerazione una serie di caratteristiche dei genitori e dei bambini, tra cui titolo di studio, sesso, etnia. E’ emerso come questi fattori possono influire sul tempo trascorso dai figli davanti allo schermo nei primi tre anni di età. Per esempio, più i genitori avevano un titolo elevato di studio, meno tempo i figli trascorrevano di fronte ad uno schermo.
Le raccomandazioni degli esperti
L’American Academy of Pediatrics (AAP) invita a non esporre i bambini e i neonati di età inferiore a 18 mesi a qualsiasi media digitale, introducendoli a questo mondo lentamente dai 18 ai 24 mesi di età. Per quanto riguarda i bambini di età compresa tra 2 e 5 anni, gli esperti consigliano di limitare il tempo trascorso davanti ad uno schermo a massimo 1 ora al giorno. Nel 2019, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha pubblicato raccomandazioni simili. Nonostante ciò, un sondaggio condotto negli Stati Uniti nel 2013 ha rilevato che i bambini statunitensi con meno di 24 mesi di età trascorrevano in media 1 ora al giorno davanti ad uno schermo e il doppio nella fascia di età 2-4 anni.
Insomma, se si desidera ridurre il rischio che i propri bambini diventino dipendenti dallo smartphone, dai social media e dagli schermi in generale sarebbe opportuno tenerli il più possibile lontani dagli schermi. Ma dipende. La Società Italiana di Pediatria (retezerosei.savethechildren.it/approfondimenti/diritto-protezione/luso-delle-tecnologie-digitali-nei-bambini-da-0-a-6-anni/) non boccia completamente l’uso dei media device da parte dei bambini da 0 a 8 anni di età, purché l’utilizzo coinvolga applicazioni di qualità, come giochi educativi. Fortunatamente lo studio sopra menzionato dimostra come lo schermo venga utilizzato come ‘baby-sitter’ nelle fasce di età più basse, poi con il subentrare della scuola e delle attività extra-scolastiche i bambini imparano a dipendere di meno dagli schermi.
Un recente studio rivela anche che nelle famiglie sta aumentando il phubbing, ossia il comportamento per cui si trascura il proprio interlocutore fisico per guardare frequentemente lo smartphone. Se i genitori ignorano i figli anche nel poco tempo che possono trascorrere insieme per via dei vari impegni quotidiani – scuola, lavoro, sport eccetera – non c’è da stupirsi se in età adolescenziale poi diventano dipendenti dallo smartphone, dai videogiochi o dagli schermi in generale.
Inoltre, riportiamo come un altro studio, sempre pubblicato da Jama Pediatrics (jamanetwork.com/journals/jamapediatrics/article-abstract/2813443), ha concluso che l’esposizione ai media digitali nella prima infanzia potrebbe rivelarsi un potenziale fattore di rischio per lo sviluppo successivo di profili sensoriali atipici. Tuttavia, i ricercatori segnalano che sono necessarie ulteriori ricerche per comprendere la relazione tra il tempo trascorso davanti allo schermo in età infantile e lo sviluppo successivo di specifici comportamenti. Nel dubbio, meglio limitare quanto più possibile l’esposizione dei bambini piccoli ai media digitali.